Ginocchia in buona salute? Si fa così – Anche le articolazioni invecchiano. Come nel caso della pelle e dei tessuti molli, pure per loro si può fare qualcosa (anzi, molto) per tenerle funzionanti e in buona salute il più a lungo possibile. « Il peso forma è fondamentale per non sovraccaricare le articolazioni – dice Bait – e lo stesso vale per il tono muscolare,
Come aiutare il menisco a guarire?
GLI ESERCIZI UTILI – Ma in un ginocchio già usurato, la rimozione del menisco può anche mettere a repentaglio la tenuta dell’intera articolazione». Meglio allora, in questi casi, prediligere l’attività fisica. «Si effettuano esercizi in posizione di scarico, almeno 2-3 volte alla settimana.
Cosa succede se non mi opero al menisco?
Nell’ortopedia moderna si opera il menisco quando si hanno i problemi dolorosi descritti precedentemente in un quadro di risonanza che mostra una rottura significativa. Le lesioni degenerative o le piccole lesioni traumatiche, infatti, non si operano più in quanto migliorano con la fisioterapia e le infiltrazioni.
Cosa non fare con lesione al menisco?
Infiammazione del menisco : quali i sintomi, i rimedi e i tempi di recupero ? In effetti il menisco fa parte di un’ articolazione molto delicata, che è quella del ginocchio e che può andare incontro a processi infiammatori, specialmente a causa dell’usura, dei traumi a cui può essere sottoposta e della degenerazione della cartilagine che si verifica anche con l’età.
Il risultato è un dolore al ginocchio, che deve essere sottoposto ad una cura specifica. Come si cura l’infiammazione del menisco ? Ci sono tanti possibili rimedi in ortopedia, Essenziali sono il riposo, per evitare lesioni peggiori, e l’uso di un tutore. Tutto ciò può portare alla velocizzazione dei tempi di recupero.
I SINTOMI I sintomi dell’infiammazione del menisco sono rappresentati soprattutto da una condizione dolorosa. E’ proprio il dolore al ginocchio il segno più evidente della patologia. Spesso il quadro sintomatologico è composto anche da un rigonfiamento,
- A causa dell’ infiammazione della membrana, l’organismo tende a produrre una quantità maggiore di liquido, che si raccoglie proprio nell’articolazione.
- Il paziente avverte una sensazione di debolezza, la deambulazione risulta compromessa e inoltre non si riesce a muovere bene l’articolazione.
- I RIMEDI E I TEMPI DI RECUPERO Fra i rimedi per l’infiammazione del menisco, il primo da adottare è senza dubbio costituito dal riposo assoluto.
Il ginocchio ha bisogno per molti giorni di riposare, bisogna stare distesi, evitando ogni sforzo alla parte che fa male. Sforzarsi eccessivamente significa non soltanto peggiorare i sintomi, ma andare incontro a delle possibili complicazioni. E’ bene tenere appoggiato il ginocchio su una superficie morbida e, nel caso in cui bisogna necessariamente camminare, bisognerebbe utilizzare le stampelle, per non far ricadere tutto il peso sull’arto.
Potrebbe essere utile fasciare la gamba e utilizzare un tutore, Si deve evitare di fare sport, perché l’infiammazione rende debole il ginocchio e potrebbe portare ad una vera e propria lesione del menisco. Quindi niente bici da corsa o altri attrezzi che si usano normalmente per l’ allenamento, Si possono effettuare anche degli impacchi di ghiaccio, lasciandoli sul ginocchio per circa 15 minuti e ripetendo il tutto ogni 3-4 ore.
Dopo alcuni giorni di riposo, l’infiammazione può essere trattata anche con degli impacchi caldi, Questi ultimi servono a favorire l’afflusso di sangue verso il ginocchio stesso, in modo che esso possa beneficiare dell’ossigeno e delle sostanze fondamentali per la guarigione.
Come rigenerare il menisco?
Lo studio Humanitas – Lo studio attualmente in corso presso l’Istituto Humanitas di Rozzano si concentra proprio sulla necessità di prevenire per quanto possibile l’artrosi che si può sviluppare con il passare degli anni a causa della mancanza del menisco valido e funzionale e che può condurre, nei casi peggiori, alla necessità di inserire una protesi nell’articolazione.
- In quest’ottica sono dunque analizzate e trattate le meniscopatie degenerative di pazienti tra i 40 e i 65 anni,
- Il tessuto del menisco, infatti, può essere salvaguardato tramite infiltrazioni ecoguidate intrameniscali di una sostanza composta da polinucleatidi, ovvero fattori di crescita di estrazione animale, già utilizzati per le infiltrazioni intra-articolari e in ambito estetico.
Lo studio ha particolare rilevanza poiché le infiltrazioni di polinucleatidi contribuiscono a rivitalizzare il tessuto meniscale, rendendolo più compatto. Questa tipologia di trattamento potrebbe dunque ritardare sensibilmente il processo degenerativo e l’insorgenza dell’artrosi e garantire al paziente una buona salute dell’articolazione del ginocchio.
Come camminare con menisco rotto?
È bene camminare con un menisco interno lacerato? – Benessere Naturale Se avete recentemente subito un infortunio al ginocchio, vi starete chiedendo se sia una buona idea andare in giro con un menisco interno lacerato, Ecco perché, in questo articolo, vogliamo aiutarvi a prendervi cura della vostra articolazione fino a quando non sarà necessario un intervento chirurgico o non sarà programmato dal vostro chirurgo. Alla domanda se è bene camminare con un menisco lacerato, gli specialisti rispondono che è bene fare brevi passeggiate, in quanto consentono di rafforzare i muscoli, favorendo il recupero post-operatorio, Tuttavia, è importante tenere presente i seguenti aspetti:
- Nei giorni immediatamente successivi all’infortunio è probabile che si verifichi un gonfiore nella zona e in questo periodo si consiglia di riposare.
- Se dovete muovervi per i primi giorni, dovete usare le stampelle per evitare di sovraccaricare la zona e peggiorare la lesione.
- Una volta che il gonfiore è diminuito, si può iniziare con brevi passeggiate di massimo 30 minuti, utilizzando una ginocchiera.
- Si consiglia anche di camminare dopo l’intervento, ma di evitare di farlo quando il dolore è forte.
Il movimento accelera il recupero del menisco, per questo è sempre consigliabile camminare dopo l’intervento se non c’è dolore acuto. Il motivo? Grazie a brevi passeggiate, i muscoli della zona hanno acquisito forza, permettendo alla cartilagine di recuperare e di perdere la rigidità della cartilagine e dei muscoli,
Quale antinfiammatorio per menisco?
Scritto il 08 Settembre 2017, Pubblicato in News per il paziente In che modo il chirurgo ortopedico tratterà le vostra lesione meniscale dipenderà:
Dal tipo di lesione, dalle sue dimensioni e dalla posizione. Dall’asse del ginocchio. Se esistono lesioni associate. Dalla vostra età. Dalle vostre aspettative e dal vostro livello di attività. Dalle condizioni pre-esistenti al trauma del vostro ginocchio (ad esempio se è già artrosico).
Trattamento non chirurgico Se la lesione è piccola e sul bordo esterno del menisco, può non richiedere un trattamento chirurgico. In questi casi se il dolore scompare ed il ginocchio è stabile, il trattamento non chirurgico può essere tutto ciò che serve.
RICE. Il protocollo RICE è efficace per la maggior parte delle lesioni legate allo sport. RICE è sinonimo di Riposo, Ice -ghiaccio-, Compressione ed Elevazione. Riposo : Prendere una pausa dalla attività che ha causato il danno. Il medico può raccomandarvi l’uso di stampelle per evitare di mettere peso sulla gamba.
Ghiaccio : Utilizzare impacchi freddi per 20 minuti alla volta, più volte al giorno. Non applicare ghiaccio direttamente sulla pelle. Compressione : Per evitare ulteriore gonfiore e perdita di sangue, indossare un bendaggio compressivo elastico. Elevazione : Per ridurre il gonfiore, i primi giorni tenere il più possibile la gamba più in alto rispetto al cuore.
- Farmaci anti-infiammatori non steroidei,
- Farmaci come Ketoprofene, Nimesulide, ibuprofene (sempre dietro prescrizione del Medico Curante e dopo aver letto attentamente il foglietto illustrativo) aiuteranno a gestire il dolore e a ridurre il dolore e gonfiore.
- Trattamento chirurgico Se i sintomi persistono con il trattamento non chirurgico o se la lesione del vostro menisco è più estesa e più grave, il vostro ortopedico può consigliarvi la chirurgia artroscopica.
Procedura: L’artroscopia di ginocchio è una delle procedure chirurgiche più comunemente eseguite. Presso OTB questo intervento normalmente viene effettuato in anestesia locale (anestesia che si ottiene praticando due o tre punture di anestetico locale direttamente nel vostro ginocchio che renderanno insensibile solo l’articolazione) ed in regime di Day Hopital (sarete dimessi in giornata).
Una microcamera sarà inserita attraverso una piccola incisione della vostra pelle. Ciò fornisce una chiara visione della parte interna del ginocchio. Il vostro chirurgo ortopedico inserirà strumenti chirurgici miniaturizzati attraverso un altra piccola incisione per rimuovere o per riparare la lesione del vostro menisco.
Un intervento chirurgico per una lesione meniscale in artroscopia in media dura 10 – 20 minuti. Riparazione meniscale Quando possibile i menischi rotti andrebbero sempre riparati in quanto, come abbiamo detto, la funzione del menisco nel ginocchio è di fondamentale importanza e la loro rimozione talvolta mette il ginocchio in condizione di sviluppare l’artrosi in breve tempo.
Purtroppo non tutte le lesioni dei menischi possono essere ricucite (suturate) ma solo quelle che si verificano nella zona del menisco che riceve l’apporto di sangue (che in genere sono solo una piccola percentuale di tutte le lesioni meniscali, circa il 6%): solo i l 1/3 esterno del menisco ha una ricca fornitura di sangue.
Una lesione in questa zona detta per l’appunto « rossa » o può essere riparata con un intervento chirurgico. Una lesione longitudinale è un esempio di questo tipo di lesione. L’intervento di riparazione meniscale è più lungo (in media circa 30 minuti) e spesso è molto complesso per cui è sicuramente meglio affidarsi a centri che abbiano esperienza in questo tipo di trattamento ( OTB ha messo a punto una tecnica originale per riparare i menischi, clicca qui per leggere l’articolo ). Importante: una riparazione meniscale ha un rischio pari al 15 – 20% di fallire. Vale a dire che la cucitura (sutura) effettuata per riparare il menisco in 1 paziente su 6 circa, nel tempo si può rompere ed il menisco non guarisce. In questo caso sarà necessario un ulteriore intervento di asportazione meniscale per risolvere il vostro problema.
Noi riteniamo che nonostante questa percentuale di fallimento (non trascurabile), quando possibile valga sempre la pena effettuare il tentativo di riparazione. Asportazione del menisco ( meniscectomia ) Al contrario, i 2/3 interni del menisco mancano di un apporto di sangue. Senza nutrienti dal sangue, le lesioni in questa zona detta « bianca » non possono guarire.
Queste lesioni sono spesso complesse e sottili e la fibrocartilagine del menisco rotto appare usurata. A causa del fatto che i pezzi rotti del menisco non possono riattaccarsi di nuovo insieme, le parti di menisco rotto in questa zona vengono asportate chirurgicamente. L’asportazione di tessuto meniscale sarà tanto più generosa quanto più la lesione è ampia. Proprio a causa di questo, le lesioni trascurate possono esitare in asportazioni molto abbondanti e va da sé che quanto più tessuto meniscale si riesce a salvare tanto meno sarà il rischio futuro di contrarre l’artrosi del ginocchio.
Nota Bene: Le persone anziane (ma anche i pazienti che hanno superato i 50 anni) potrebbero non avere risultati soddisfacenti dal trattamento chirurgico artroscopico specifico per le lesioni meniscali che quindi dovrà essere valutato attentamente caso per caso. È meglio, nelle ginocchia già usurate dall’età, conservarsi il menisco che, anche se in parte lesionato, comunque assolverà alla sua funzione di ammortizzatore, piuttosto che rimuoverlo.
Per questi pazienti in genere il trattamento è diverso (dalle infitrazioni di Acido Ialuronico e Fisioterapia con tonificazioni muscolari fino ad interventi chirurgici, come le osteotomie correttive o la sostituzione articolare mediante protesi Monocompartimentali o Totali – clicca qui per leggere l’articolo sulle Protesi di ginocchio -).
Riabilitazione Dopo l’intervento in artroscopia, il vostro ortopedico vi consiglierà di osservare riposo per due, tre giorni dopodiché inizierete la vostra riabilitazione. In questa fase converrà che siate seguiti da un team di fisioterapisti professionisti. Una volta che la guarigione iniziale è completa, il medico vi prescriverà esercizi di riabilitazione che consisterà in esercizi per ripristinare la mobilità del ginocchio e la forza muscolare necessaria.
Si inizierà con esercizi per migliorare la vostra gamma di movimento. Esercizi di potenziamento saranno gradualmente aggiunti al vostro piano di riabilitazione. All’inizio vi verrà consigliato di usare due stampelle per deambulare in sicurezza. Carico : generalmente, se non si è proceduto ad interventi sulle cartilagini come ad esempio le microfratture, potrete caricare con un carico completo fin da subito.
Dopo circa 10 giorni sarete ricontrollati per rimuovere i due punti di sutura della pelle. Le stampelle saranno abbandonate definitivamente quando sarete in grado di deambulare senza difficoltà, solitamente dopo 10 giorni ( clicca qui per scaricare le istruzioni sull’utilizzo delle stampelle ). La vostra automobile potrete guidarla quando la muscolatura e il movimento del ginocchio vi consentiranno di entrare ed uscire dalla macchina senza problemi e quando avete la reattività muscolare necessaria ad affrontare accelerazioni e frenate (in genere già dopo 2 settimane).
La ripresa dell’attivitá sportiva avverrà dopo circa 2 mesi Clicca qui per scaricare il protocollo completo per la riabilitazione delle lesioni meniscali, Aspettative realistiche Le lesioni meniscali sono lesioni del ginocchio molto frequenti. Con una corretta diagnosi, un adeguato trattamento e con l’opportuna riabilitazione, i pazienti quasi sempre ritorneranno a svolgere tutte le attività che svoglevano prima dell’infortunio.
Quanto tempo si può stare con un menisco rotto?
La sutura meniscale – « Per alcuni tipi di lesione, soprattutto se localizzate nell’area vascolarizzata del menisco, si può procedere con la sutura meniscale – continua l’esperto -. Con questa tecnica, il menisco non viene asportato, ma viene riparato,
A tal proposito, esistono in commercio molti device che consentono appunto di effettuare suture selettive utilizzando particolari tecniche come, ad esempio, aghi da spinale, che consentono di far passare il filo fuori-dentro-dentro-fuori, e quindi di andare ad avvolgere la lesione meniscale e di riportarla in chiusura facilitandone la guarigione.
Anche in questo caso, la scelta della sutura meniscale è strettamente vincolata e correlata al tipo di lesione e alla localizzazione anatomica. In caso di sutura, si consiglia di:
osservare il riposo evitando di flettere il ginocchio oltre i 90 gradi, quindi di raggiungere i gradi estremi di articolarità, perché sono quelli che trazionano e spingono sul menisco, impedendogli di cicatrizzare correttamente; per 60-70 giorni, quindi, evitare stress importanti al ginocchio, sia in flessione sia in estensione; evitare rigorosamente movimenti torsionali e rotazionali ; evitare tutti gli sport che abbiano un cambio repentino di direzione, come basket, calcio, pallavolo o tennis.
È consigliato fare molto stretching, molto allungamento e molte posture in estensione, cercando di reclutare il muscolo quadricipite con contrazione isometrica ed eccentrica ».
Come convivere con una lesione al menisco?
Lesione del menisco: diagnosi – Innanzitutto come primo soccorso per un menisco lesionato, si consiglia l’immobilizzazione, l’elevazione, il raffreddamento e un bendaggio compressivo. Il dolore grave al ginocchio e il gonfiore dell’articolazione del ginocchio possono essere alleviati con farmaci antinfiammatori non steroidei su prescrizione medica.
- Una visita specialistica è necessaria per determinare l’entità della lesione ed la corretta procedura post traumatica.
- Ad esempio per escludere lesioni ossee e fratture concomitanti, il ginocchio può essere sottoposto ad un esame radiografico che però non mette in evidenza una lesione del menisco o altri cambiamenti nei tessuti molli.
L’ecografia può rendere visibili i problemi del menisco e le lesioni associate e fornisce le prime indicazioni di una lesione del menisco, mostrando anche lesioni associate frequenti come una lesione del legamento esterno o interno. Per confermare la diagnosi, in caso di lesione del menisco, viene sempre eseguita una risonanza magnetica che mette in evidenza alterazioni dei tessuti molli e della cartilagine ad alta risoluzione e, quasi nella totalità dei casi, chiarisce inoltre l’esistenza di lesioni concomitanti causate da una lacerazione dei legamenti esterni o dei legamenti crociati.
Dove si sente il dolore al menisco?
Quali sono i sintomi della lesione del menisco? – Il dolore al ginocchio sia in condizioni di riposo sia sotto impegno rappresenta il sintomo più importante e sempre presente di una lesione al menisco, Tale dolore può essere accompagnato da sensazioni di qualche cosa che scatta o si sposta durante il movimento del ginocchio.
Che differenza c’è tra rottura e lesione del menisco?
Una lesione meniscale, in pratica, non può guarire. Le fratture meniscali, determinate da un trauma acuto su di un ginocchio in precedenza normale, possono essere sottoposte a un intervento chirurgico di regolarizzazione, in artroscopia. Si tratta principalmente delle lesioni longitudinali e a flap.
Quale tutore per menisco lesionato?
Ginocchiera per menisco – Se il problema al ginocchio riguarda il menisco, è bene puntare su un tutore specifico, che può rivelarsi un ottimo alleato non solo nella prevenzione di traumi ma anche nelle fasi post-infortunio o in caso di meniscopatie o di menisco rotto,
Quale fisioterapia per menisco rotto?
Che cosa può fare la fisioterapia in caso di intervento? – Grazie al nuovo tipo di intervento, la riabilitazione del ginocchio è diventata più semplice ma sempre necessaria. Mediamente già dopo 24 ore dall’intervento il paziente può iniziare a camminare (con l’ausilio di un supporto) e in un paio di settimane sarà possibile recuperare l’intera mobilità.
Come rinforzare la cartilagine del ginocchio?
Come si rigenera la cartilagine? – Per sviluppare la produzione di collagene, la proteina strutturale che contribuisce al funzionamento delle cellule che producono cartilagine, è consigliata l’assunzione di Vitamina D e Vitamina C, entrambe presenti in molti cibi di origine naturale e vegetale.
La cartilagine danneggiata può essere rigenerata in seguito all’assunzione di determinati alimenti, quali per esempio i cibi ricchi di lisina : un aminoacido essenziale che il corpo non produce e che può essere assimilato solo dai cibi. Tra gli aminoacidi che contribuiscono alla rigenerazione dei tessuti, va annoverata la Glucosamina, fondamentale per la creazione di nuovo collagene Spesso, per favorire l’apporto di sostanze benefiche atte al ripristino dei tessuti cartilaginei, si fa ricorso agli integratori alimentari per la cartilagine,
Come ad esempio, MovarDol, a base di sostanze naturali come gli estratti di Boswellia e Zenzero e la N-Acetil-D-glucosamina, propedeutici al trattamento della degenerazione delle articolazioni. Infine, per mantenere in buona salute la cartilagine, è necessario mantenere uno stile di vita sano e seguire un’alimentazione corretta ed equilibrata,
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Cosa prendere per ripristinare la cartilagine?
L’osteoartrite è una malattia che progredisce con il passare degli anni, causata da una progressiva diminuzione della cartilagine che si frappone fra le ossa di una articolazione. L’obesità, la mancanza di tono muscolare e la postura tendono ad aggravare la malattia e velocizzano la degenazione della cartilagine. L’osteoartrite è una malattia che progredisce con il passare degli anni e si manifesta in seguito all’usura continua della cartilagine di una articolazione. La cartilagine che è un tessuto liscio, morbido e perlaceo, ricopre l’estremità delle ossa delle articolazioni, fornendo loro una superficie liscia su cui scivolare, permettendo un facile movimento delle articolazioni.
- In seguito ad una lesione o dopo anni di uso, la cartilagine diventa sottile e può scomparire.
- Quando la cartilagine si consuma le superficie ruvide delle ossa strofinano una contro l’altra causando dolore e rigidità.
- L’osteoartrite colpisce di solito le articolazioni che sostengono il peso del corpo, come le anche e le ginocchia.
I sintomi di osteoartrite sono rigidità del corpo e dolore alle giunture specialmente in climi umidi, la mattina o dopo attività stancanti. L’esercizio fisico è importante sia nella prevenzione che nel trattamento della osteoartrosi, perché le articolazioni quando non vengono usate tendono ad irrigidirsi.
E’ essenziale però essere seguiti da un esperto, perché si possono fare gravi danni eseguendo esercizi che possono sembrare semplici. Anche avere una postura corretta e molto importante per prevenire la rigidità e le deformazioni. Un atteggiamento fisico scorretto sbilancia la distribuzione del peso corporeo, mettendo maggiore pressione su alcune articolazioni.
L’eccesso di peso e l’obesità hanno un’influenza negativa sulle articolazioni. Quando il peso da sostenere è eccessivo le articolazioni si infiammano. La terapia dovrebbe essere differenziata in base alla fase della malattia: in fase acuta la terapia farmacologica può essere preferita, sempre seguiti da un medico, mentre nella fase cronica è sempre consigliato scegliere degli integratori o dei prodotti naturali.
In molti studi recenti si è dimostrato che alcuni rimedi naturali (condroitina solfato, glucosamina, avocado e soia, acido ialuronico) hanno la capacità di agire positivamente sui tendini e sulla cartilagine, senza effetti collaterali. Glucosamina La glucosamina si è dimostrata efficace nel trattamento di molti casi di osteoartrosi, soprattutto del ginocchio, perché è capace di alterare il metabolismo del condrocita, cioè la cellula che costituisce la cartilagine.
Chimicamente è un aminomonosaccaride ed è uno dei componenti dei proteoglicani che costituiscono la cartilagine articolare. Queste caratteristiche, associata al lieve effetto analgesico e alla mancanza di tossicità ne fa uno dei rimidi naturali per la cura della osteoartrosi.
- Condroitina La condroitina ha effetti molto simili alla glucosamina con attività, secondo alcuni studi, leggermente maggiore.
- Aumenta la concentrazione di proteoglicani nella cartilagine, diminuendo contemporaneamente la collagenolisi.
- Acido ialuronico L’acido ialuronico è un ottimo preparato in grado di migliora la viscosità del liquido sinoviale in sede intraarticolare e di rallentare la degenerazione della cartilagine fungendo la nutriente della stessa.
La sua efficacia è apprezzabile nelle fasi croniche non nella fase acuta dove la presenza dell’enzima ialuronidasi lo rende immediatamente inattivo. Frazioni insaponabili della soia e avocado Un estratto della frazione insaponabile di soia e avocado è stato usato con discreto successo nell’osteoartrosi, dimostransi in grado di migliorare il processo degenerativo della cartilagine e di essere particolarmente attivo nel moderare il sintomo doloroso.
Perché si rompe il menisco?
Classificazione delle Lesioni Meniscali – Le lesioni meniscali si possono classificare in due grandi gruppi:
Lesioni meniscali di origine traumatica : sono più frequenti tra i giovani e gli sportivi. In questi casi, uno od entrambi i menischi subiscono delle lesioni in seguito ad una violenta sollecitazione che supera la massima resistenza del tessuto cartilagineo che li compone; Lesioni meniscali di origine degenerativa : il menisco si lesiona in seguito ad un movimento apparentemente banale come il sollevarsi rapidamente da una posizione accosciata, Tali lesioni insorgono a causa della degenerazione del tessuto meniscale che con il passare degli anni diventa più fragile e meno elastico
La lesione può praticamente interessare qualsiasi punto del menisco. Le rotture limitate al solo corno anteriore sono tuttavia piuttosto rare. Solitamente, le lesioni colpiscono inizialmente il corno posteriore per poi estendersi eventualmente al corpo centrale e al corno anteriore.
Quando è necessario operarsi al menisco?
Page 2 – L’ operazione al menisco può essere classificata in due gruppi principali:
- interventi escissionali (meniscectomia selettiva parziale / meniscectomia subtotale);
- riparazione meniscale ( sutura meniscale ).
- Considerando che devono sostenere la maggior parte del peso del nostro corpo, i menischi, interposti tra femore e tibia, sono importanti componenti che permettono di ammortizzare gli stress fisici alla quale giornalmente siamo sottoposti.
- Detto ciò, non sempre il menisco rotto viene avvertito o condiziona sensibilmente la routine del paziente, per cui è necessario valutare attentamente un eventuale intervento.
- Prima di mostrare quali sono i 7 fattori che influenzano l’ operazione al menisco, è bene illustrare brevemente il menisco, in modo da comprendere il suo ruolo nell’articolazione del ginocchio.
- Il menisco, o meglio i menischi sono due coppie di cunei formate da tessuto fibroso e cartilagineo di consistenza duro-elastica, che si trovano sulla parte superiore delle due tibie.
- I due menischi laterali, appoggiati alla parte esterna della tibia, sono più grandi ed hanno una forma simile a quella di un ferro di cavallo; i menischi mediali sono invece di dimensioni inferiori e sono più simili a piccole mezzelune.
- Dal momento che la fibro-cartilagine è più liscia e flessibile del tessuto osseo, la loro funzione è quella di ammortizzare le spinte ed i piccoli traumi che si verificano quando estendiamo o flettiamo le gambe.
- Servono inoltre a fare in modo che la superficie della tibia non sfreghi direttamente con quella del femore, cosa che creerebbe un notevole attrito e, nel tempo, danneggerebbe entrambe le ossa.
I menischi possono danneggiarsi sia per colpa di un forte trauma, come per esempio un colpo, una caduta o l’atterraggio troppo brusco da un salto, sia per via della naturale degenerazione dei tessuti fibro-cartilaginei dovuta al loro invecchiamento, che avviene inevitabilmente nel corso degli anni. I sintomi più comuni di un sono:
- un dolore localizzato nella zona del ginocchio : si tratta però di un sintomo soggettivo, che non è sempre presente e può non essere particolarmente intenso;
- rigidità e gonfiore : tipicamente, le lesioni del menisco portano debolezza articolare, irrigidimento del ginocchio e gonfiore, Nella maggior parte dei casi il paziente è comunque in grado di camminare ed è necessario tenere presente che, se la lesione non è conseguenza di un evento traumatico, gonfiore e rigidità possono non verificarsi in modo evidente;
- limitazione del movimento : le lesioni del menisco possono causare impedimenti anatomici: in questi casi, una parte del tessuto strappato si inserisce all’interno dell’articolazione, proprio come fosse un sassolino che si incastra tra due ingranaggi, limitando così il raggio di movimento del ginocchio.
Come è facile intuire, anche con un menisco rotto si cammina, ma il dolore, il gonfiore e i movimenti limitati permettono di capire l’entità del danno, che deve comunque essere valutato da uno specialista.
- Quando si sospetta la lesione di uno o più menischi, si procede con delle indagini di diagnostica per immagini: in questo caso l’esame ideale è la risonanza magnetica,
- L’esame in questione è in grado di stabilire l’ entità e l’ estensione della lesione e il coinvolgimento di altre strutture anatomiche come i tendini o la, che non di rado si danneggiano in caso di trauma ai menischi.
- Un quadro completo dello stato di salute dell’articolazione permette allo specialista di valutare quale tipologia di meniscectomia sia possibile eseguire:
- la sutura del tessuto fibro-cartilagineo o meniscale deteriorato;
- la sua rimozione, mantenendo ovviamente la maggior porzione possibile di tessuto sano.
L’ operazione al menisco di sutura può essere eseguito solamente quando ci sono ragionevoli possibilità che il tessuto fibro-cartilagineo meniscale sia in grado di rigenerarsi, fatto che dipende:
- dall’età del paziente;
- dalle sue condizioni di salute.
- Di solito, la sutura si può prendere in considerazione nei pazienti fino a circa 50 anni di età, ma sono diversi gli elementi che influenzano una simile decisione, elencati qui di seguito.
- La capacità di recupero delle fibro-cartilagini meniscali dipende in gran misura dal nutrimento che riescono ad assorbire, quindi la posizione della lesione è un importante parametro di valutazione.
- Se essa si trova nella parte periferica del menisco, la più ricca di vasi sanguigni, è più probabile che l’intervento di sutura abbia successo,
- Anche nel caso non sia possibile tentare la sutura, la localizzazione del tessuto danneggiato fa molta differenza, perché da essa dipende la porzione di fibro-cartilagine che è possibile risparmiare durante l’intervento.
- Ovviamente, lo stesso discorso vale per le dimensioni delle parti danneggiate.
- Una lesione molto grande rende impossibile la guarigione del tessuto e minimizza la parte del menisco che è possibile conservare, aumentando considerevolmente il rischio che con il tempo si sviluppi un processo di,
- Quando ha origine traumatica, la lesione del menisco si associa non di rado alla rottura dei legamenti crociati, che hanno la funzione di tenere insieme le ossa dell’articolazione.
- Il ginocchio va considerato come un unico elemento funzionale ed è quindi necessario tenere conto di tutti i suoi componenti nell’elaborare una strategia efficace per il suo trattamento.
- Oltre alle componenti anatomiche vere e proprie, debbono essere presi in considerazione una serie di elementi che riguardano lo stile di vita e le necessità del paziente.
- Fra queste, il livello di attività fisica svolto è importante sia perché determina le sue condizioni generali di salute, sia perché influenza le sue aspettative per i risultati dell’intervento.
- Come abbiamo già accennato, l’ età del paziente può essere un ostacolo alla rigenerazione della fibro-cartilagine che forma i menischi.
- I pazienti oltre i 50-55 anni sono difficilmente candidabili ad un trattamento di sutura, perché fallirebbe quasi certamente; in questi casi, lo specialista si focalizza quindi su come risparmiare la massima parte di tessuto possibile.
- In questo modo si ritarda il più possibile la comparsa della gonartrosi.
- In pazienti anziani, infine, spesso non è indicato nemmeno l’ intervento di escissione delle parti danneggiate, perché potrebbe incidere troppo negativamente sulla articolare associata.
- È abbastanza intuitivo capire che chi svolge una professione che prevede forti stress degli arti inferiori (come uno sportivo professionista, ma anche un operaio, un idraulico o un muratore), abbia una maggiore necessità di recuperare la piena funzionalità articolare rispetto a chi svolge mansioni sedentarie.
- L’ attività lavorativa è, quindi, un fattore da tenere in piena considerazione quando si valuta la strategia di trattamento.
- Un altro elemento utile è rappresentato senza dubbio dalle aspettative per il dopo-intervento, che possono variare significativamente da paziente a paziente.
- Negli ultimi decenni si sono moltiplicate le persone che, sebbene non siano più giovani, conducono una vita attiva ed intensa; queste persone sono spesso più disposte ad affrontare lunghi percorsi di riabilitazione pur di mantenere uno stile di vita attivo, il più possibile aderente alle loro necessità.
- Nell’ immediato post-operatorio della meniscectomia viene posizionato un tutore per il ginocchio, in modo da mantenerlo in posizione estesa e concedere piccoli movimenti controllati.
- Il giorno seguente il paziente viene fatto camminare brevemente, con l’ausilio delle stampelle.
- La riabilitazione successiva all’intervento chirurgico ha, infine, una forte influenza sui risultati che si possono ottenere in termini di recupero della forza e del raggio di movimenti dell’arto interessato dalla lesione.
- Il percorso di riabilitazione può avere una lunghezza differente a seconda del tipo di intervento e delle condizioni di salute generale del paziente.
- Una volta terminata la fase rieducativa, è comunque molto importante continuare a svolgere regolarmente esercizio fisico e mantenere il proprio peso entro i parametri normali.
: I 7 fattori decisionali dell’operazione al menisco
Come sgonfiare il menisco?
2. Ghiaccio – Si deve applicare il ghiaccio sul ginocchio per 15-20 minuti ogni due o quattro ore per i primi due o tre giorni dopo una lesione al ginocchio. Questo aiuterà a controllare il dolore e a ridurre il gonfiore. Ricordati di usare un asciugamano tra il ghiaccio e la pelle per evitare di irritarla.
Quanto tempo ci vuole per guarire il menisco?
Il trattamento riabilitativo – Da un punto di vista riabilitativo, nel caso in cui si proceda chirurgicamente, il trattamento è semplice e prevede il recupero della normale articolarità e del tono-trofismo muscolare, Solitamente, nell’arco di 1 mese, si ritorna alle proprie attività quotidiane senza dolore.
utilizzo di stampelle; non sottoporre il ginocchio a carichi eccessivi; non sottoporre il ginocchio a stress eccessivi.
« Quando si esegue una sutura meniscale, i tempi di recupero si allungano notevolmente fino ad arrivare anche a 3-4 mesi dall’intervento ; nel caso in cui si proceda a un approccio di tipo conservativo, è necessario avere molta pazienza, e rispettare rigorosamente le indicazioni dell’ortopedico, soprattutto nell’ eseguire la fisioterapia – raccomanda lo specialista -.
Le recidive sono possibili e sono legate al fatto che a oggi, come detto, si tende a eseguire meniscectomie selettive, quindi la rimanente parte del menisco, che in quel momento è sana, potrebbe diventare patologica, in relazione a un nuovo evento traumatico. Nel caso in cui si proceda con una sutura meniscale, le possibilità di recidiva sono piuttosto elevate e possono raggiungere anche il 30-40%,
La sutura meniscale è vincolata alla stabilità articolare cioè all’integrità dei legamenti. È perciò controindicata in un ginocchio instabile, cioè in presenza di lesioni ai legamenti crociati anteriori, posteriori o collaterali. In questo contesto, le possibilità che un menisco venga sottoposto a forze di trazione longitudinali e trasversali aumentano notevolmente con una mal distribuzione delle forze sull’articolazione ».
Quanto tempo ci vuole per guarire da una lesione al menisco?
In seguito ad una meniscectomia mediale il paziente può ritornare a camminare con stampelle 24 ore dopo l’intervento e recuperare completamente la mobilità articolare in 2 settimane circa.
Come recuperare da una lesione al menisco?
Come si cura una lesione del menisco? – Il trattamento delle lesioni meniscali può essere di tipo conservativo o chirurgico, In caso di lesioni di dimensioni ridotte, senza lussazione del menisco, la cura dei sintomi classici (dolore in specifici movimenti associato o meno al gonfiore) può avvalersi dell’utilizzo di terapie fisiche come la laserterapia e la tecarterapia con ottimi risultati.
È utile associare al trattamento sintomatico una breve fase di riabilitazione propriocettiva e di rinforzo muscolare del quadricipite femorale. Nei casi più gravi può essere indicato l ‘intervento chirurgico ; questo può essere normalmente programmato con calma ma talvolta viene richiesto d’urgenza nei casi in cui la lussazione del menisco lesionato comporta un « blocco meccanico » nel normale meccanismo articolare, con conseguente impossibilità a piegare il ginocchio.
Oggigiorno l’intervento chirurgico risulta essere mini-invasivo per il paziente.
Come si ripara un menisco lesionato?
Sutura meniscale: la soluzione per alcuni tipi di lesioni – «I menischi del ginocchio, posti tra femore e tibia, sono strutture fibrocartilaginee poste all’interno e all’esterno del ginocchio – prosegue Di Giacomo -. Si tratta di strutture poco vascolarizzate, ma la parte periferica riceve più sangue di quella centrale.
Entrambi i menischi servono ad ammortizzare i carichi e gli urti tra le due superfici ossee, e proteggono la cartilagine articolare. Danni meniscali netti, situati nella parte periferica del menisco, la più vascolarizzata possono essere riparati con una sutura meniscale eseguita in artroscopia (i famosi « due buchini »), come una « cucitura » eseguita con un apposito strumentario.
L’apporto di sangue nella parte periferica del menisco è fondamentale per attivare il processo di guarigione e riparazione. In caso di lesioni non candidabili alla sutura, sono possibili però altre soluzioni chirurgiche, come le asportazioni parziali di menisco».